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Gli ultimi giorni di Francesco Caracciolo: cronaca, luoghi e iconografia

Francesco Caracciolo di Brienza fu uno dei personaggi di spicco della Repubblica Napoletana del 1799. Nacque a Napoli il 18 gennaio del 1752 nella casa di famiglia a Mergellina (secondo un’altra fonte la dimora era invece a Santa Lucia). Era il secondogenito di Michele Caracciolo Rossi (creato 1° duca di Brienza da Carlo di Borbone… Continua a leggere Gli ultimi giorni di Francesco Caracciolo: cronaca, luoghi e iconografia

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Il molo dell’Immacolatella e l’edificio della Deputazione alla Salute

Il piazzale del molo, dell’Immacolatella Vecchia.è nato dalla parziale colmatura, avvenuta alla fine degli anni ’30 del secolo scorso, dello specchio d’acqua del Molo Grande ma soprattutto del Molo Piccolo o Mandracchio (forse dallo spagnolo mandrache, darsena, ma forse dalle mandrie di animali da macello che vi sbarcavano), utilizzato per le attività commerciali ed il cui bacino interno fu completamente eliminato. Il Mandracchio era collegato al mare attraverso due imboccature scavalcate da ponti su cui correva la Strada Nuova (attuale via Marina). In effetti tutta la zona all’incrocio tra le attuali vie De Gasperi, Colombo (via Marittima fino al 1961) e Nuova Marina prendeva il nome di Mandracchio, così come lo slargo che si trova subito fuori il varco portuale “Immacolatella Vecchia”, con la bella chiesa di S.Maria di Portosalvo, l’obelisco dedicato alla restaurazione borbonica del 1799 e la cinquecentesca fontana della Maruzza. L’area, sede anche del demolito edificio della Dogana vecchia, era indicata come “abbascio Puorto”.

Sul piazzale si nota la settecentesca palazzina rococò dell’Immacolatella o, propriamente, della Deputazione della Salute, voluta da Carlo III con funzioni di governo delle attività portuali, nonché di giustizia e sanità. L’edificio fu progettato dal Vaccaro: di colore rosso pompeiano, di forma originariamente ottagonale, è caratterizzato dalla statua della Vergine (di piccole dimensioni, da cui Immacolatella) che svetta alla sommità, da stucchi e da altre sculture opera di F. Pagano. Attualmente la suggestiva palazzina, che dopo la dismissione negli anni ’70 è stata impiegata come alloggio per i graduati della Marina, non è utilizzata e richiede urgenti restauri (sembrerebbe essere destinata a diventare sede della compagnia di navigazione Tirrenia e non dell’ipotizzato, e ma mai realizzato, museo dell’emigrazione). In questo luogo avvenne nel 1799 l’uccisione da parte dei lazzari dei due fratelli filogiacobini Filomarino. Di qui partiva, fino agli anni ’70 del Novecento, una processione in cui un dipinto dell’Immacolata proveniente dalla chiesa di S.Maria di Portosalvo veniva portato su un barcone a mare. All’esterno dell’edificio due lapidi ricordano i 101 marinai e portuali periti in seguito all’affondamento in porto, da parte dei bombardieri Alleati, dell’incrociatore Attendolo (1942).